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CURIOSITA' BIS

Ritagli  stampa

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Direi che è simpatico creare anche un angolo per i “ritagli di stampa”. Piccole pillole di memoria attraverso resoconti e foto d’epoca che testimoniano il percorso, sia pure breve, di Plinio Maggi nel mondo della musica italiana. La sua decisione di “chiudere” dopo poche incisioni la sua carriera di interprete, riservandosi comunque la chance di continuare a muoversi fra le quinte come autore, ha ovviamente limitato il raggio d’azione della stampa nei suoi confronti.

 I giornali non hanno concesso a lui lo stesso spazio regalato a big consacrati come Gianni Morandi o Massimo Ranieri o i gruppi beat - tanto per circoscrivere il ricordo ai favolosi anni 60 - ma un po’ di gloria e considerazione è toccata anche a Plinio. Soprattutto in occasione delle sue partecipazioni a Castrocaro ‘65, Sanremo’66 e il Cantagiro dello stesso anno. Purtroppo, a distanza di tempo, non è facile recuperare tutti gli articoli pubblicati in cui si parla di lui. Ma chissà che pian piano non si riesca a realizzare, anche attraverso i racconti e le interviste “a caldo”, un convincente “specchio” di quel che è stato Plinio Maggi nel panorama musicale nostrano.

Castrocaro 1965

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E' il momento dell'incoronazione ufficiale. i due "Padrini" (Claudio Villa per la Turina e Betty Curtis per Maggi) alzano al cielo il braccio del proprio "pupillo", decretandolo vincitore, alla maniera degli incontri di boxe.

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CRONACA DI UNA "DOPPIA" VITTORIA ANNUNCIATA

Cronaca di una vittoria annunciata. Miglior titolo non si può trovare per sintetizzare il trionfo di Luciana Turina e Plinio Maggi al Festival per voci nuove di Castrocaro che si svolse il 9 ottobre 1965 al Salone delle Feste presentato dall’immancabile Mike Bongiorno. Nell’ampio reportage di notizie e foto realizzato da Bolero Film campeggia a tutta pagina la frase “Tutti d’accordo sul verdetto”, una realtà indiscutibile, dal momento che fin da settembre, ascoltando in anteprima le esibizioni,  i discografici avevano “puntato” con sicurezza sui due futuri trionfatori. Nove offerte di ingaggio per Plinio Maggi, undici per la Turina da parte delle etichette. Alla fine si sorteggiò l’assegnazione della casa discografica per i due “eletti”: a Maggi toccò la Meazzi, alla Turina la CGD.

Quando poi Mike presentò Luciana Turina come un’impetuosa diciannovenne proveniente dalla provincia di Mantova e Plinio Maggi come un universitario catanese di quasi 25 anni, studente in farmacia, e le loro voci cominciarono a risuonare nel Salone delle Feste, tifo e applausi arrivarono puntuali da parte del pubblico, conquistato al cento per cento dai due interpreti.  Qualsiasi altro risultato finale avrebbe scatenato un moto insurrezionale e una bordata di fischi.

Plinio era arrivato a Castrocaro a bordo di una fiammante Ferrari, accompagnato dallo zio Blasco, la Turina si era fatta “scortare” dal papà. Il papà di Luciana, quasi più emozionato della figlia, era rimasto seduto tutto il tempo, non riusciva ad alzarsi in piedi per l’agitazione e gli spettatori continuavano a dirgli “Sua figlia deve vincere!”. Stessa sorte era toccata a zio Blasco, un omone alto e robusto che, nel corso della gara, se n’era stato in silenzio, aggrappato alle sbarre di un palchetto che sormontava una telecamera, a fare il tifo per il nipote in cui credeva ciecamente. “Suo nipote è un fenomeno!” gli ripetevano altri spettatori.

ALLA RICERCA DEL GEMELLO PERDUTO

Insomma, nessuno si meravigliò quando Mike decretò la vittoria dei due ragazzi: il Salone celebrò il verdetto con un caloroso, interminabile applauso. La Turina era riuscita a calmare parzialmente le proprie ansie: durante le prove si ritrovò in preda all'ansia al punto di dover  interrompere la canzone e ricominciare da capo. Una volta sul palco, però, la voglia di trasmettere al pubblico le sue emozioni fu più forte e al termine  i critici la dichiararono “dotata di una voce potente e aggressiva che graffiava i brani interpretati”.  Luciana era arrivata in finale con “Come ti vorrei”, brano lanciato l’anno prima dalla Zanicchi. Neppure Plinio Maggi era stato risparmiato dall’ansia, vuoi la smania frenetica con cui agitava le mani per accompagnare la sua “Se le mie parole non bastano”, vuoi l’emozione, un gemello del polsino era saltato. Ma quando Mike pronunciò il suo nome come trionfatore del Festival assieme alla Turina, Maggi si avviò sul palco a ripetere la canzone  senza preoccuparsi del polsino slacciato. Ce l’aveva fatta! “Un giovane dotato di una personalità spiccatissima che scrive i propri brani e li interpreta alla sua maniera”: questo il giudizio espresso dai critici su di lui. La super-madrina Gigliola Cinquetti aveva visto in Plinio un grande temperamento, era il suo favorito.

Il “Bolero” di fine ottobre uscì con una foto di Umberto Orsini in copertina, riportando all’interno servizi su Peter ‘O Toole nel film “Lord Jim”, presentando le nuove vallette della Fiera dei sogni e lanciando un sondaggio sugli stranieri a Sanremo: la maggioranza dei nostri cantanti li considerava una “palla al piede”, ma c’era anche chi ne caldeggiava la conferma nei futuri festival.

Era il 1965, iniziato con la scomparsa di Winston Churchill e l’assassinio di Malcom X, gli USA moltiplicarono le forze per l’aggressione al Vietnam, inutile l’appello di Paolo VI per la pace. L’Inter vinse la Coppa dei Campioni battendo il Benfica, Saragat e De Gaulle inaugurarono il Traforo del Monte Bianco, Vittorio De Sica si aggiudicò l’Oscar a Los Angeles con il film “Ieri, oggi e domani”.

 “Si fa sera” di Morandi, “La notte” di Adamo, “La danza di Zorba” di Dalidà, “Ti senti sola stasera” di Michele, alcuni dei motivi che echeggiavano nell’aria e nelle hit parade in quell'ottobre che a Castrocaro laureava due nuovi divi.

Mentre gli ultimi applausi e le ultime lacrime di gioia si spegnevano, Plinio Maggi e Luciana Turina sognavano di dominare anche loro le hit parade di domani. Non potevano immaginare che il cammino dopo Castrocaro sarebbe stato duro e per entrambi i giudizi di pubblico e critica non sempre sarebbero stati confortanti.

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Qui in alto, la consegna delle due targhe d'oro e d'argento  offerte da "Bolero film" a Luciana Turina e Plinio Maggi, i due trionfatori  della manifestazione. Alla sinistra di Maggi,  l'avv. Nicola Graziani, direttore delle Terme di Castrocaro. Accanto a Luciana Turina, il signor Pecchioli di Sanremo che ha donato ai vincitori due piatti artistici. 

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In alto, un primo piano del regista Enzo Trapani  che, con un geniale gioco di luci, ha trasformato il teatrino di Castrocaro in una specie di enorme anfiteatro. 
I partecipanti  attendono il proprio turno per le prove.  Plinio Maggi , molto assorto, sembra scandire con le mani il ritmo dell'inevitabile ansia.
L'emozione non gli toglierà smalto. 
Uno dei due posti  per Sanremo sarà suo.

Luciana Turina e Plinio Maggi si abbracciano, condividendo la gioia e le lacrime per il successo al Festival di Castrocaro.  Appena ascoltate le loro performances,  nessuno ha avuto dubbi che  il giudizio della giuria li avrebbe premiati.

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La Super-Madrina Gigliola Cinquetti con i due vincitori di Castrocaro 1965. Gigliola 
confessa alla Turina di essere stata emozionata quanto lei all'epoca del successo al Festival, mentre Plinio Maggi  continua a tormentarsi il polsino slacciato. In un momento di foga interpretativa, uno dei gemelli era saltato via, come un tappo di champagne...

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PILLOLE DI CASTROCARO

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"Plinio Maggi è il vero numero uno della manifestazione Castrocarese, canta canzoni di sua composizione e decisamente canta bene.” Così, la rivista periodica “Il disco” di novembre-dicembre 1965 esalta il cantautore catanese nella sua panoramica sui concorrenti in corsa per un pass sanremese in cui la maggioranza degli interpreti è spietatamente bocciata, esclusa ovviamente Luciana Turina, definita la potenziale “nuova Fitzgerald”, sempre che il pubblico riesca a superare il muro spesso invalicabile della presenza fisica.

“Sorrisi e canzoni” del 17 ottobre 1965 mette a paragone la Turina, arrivata sulla sua vecchia 1100 presa a noleggio, con Plinio Maggi che ha sfoggiato le sue velocissime macchine da corsa. “Suo padre – scrive Antonino Buratti – proprietario in Sicilia di uno stabilimento dove si fabbrica la Pepsi Cola, gliele regala con la stessa disinvoltura con cui i papà comprano le automobiline di latta ai loro bambini.” “Ma Plinio Maggi – prosegue Buratti – non è più un bambino: ha 24 anni e sta per laurearsi in Farmacia. Però non smetterà di cantare. Una volta laureato, si farà comprare da papà una farmacia, ci metterà dentro il personale necessario e poi di nuovo a cantare.”

“Maggi , che è anche un compositore piuttosto bravo e personale (ha presentato una sua canzone “Se le mie parole non bastano”) – continua l’inviato di “Sorrisi” -  si fa ascoltare volentieri anche se certe volte riecheggia Michele e Bobby Solo (stessa scuola Presley N.d.R.). Ha fatto centro anche lui come ‘personaggio’. Il suo modo di cantare non l’ha preso da nessuno, è tutto spezzettato, con strani gorgheggi di gola, mentre agita nervosamente le mani davanti alla bocca.”

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La madrina  Betty Curtis porta in trionfo il suo pupillo.

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"Il suo modo di cantare non l'ha preso da nessuno, è tutto spezzettato, con strani gorgheggi di gola, mentre agita nervosamente  le mani davanti alla bocca".

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Su "Bolero", una foto del Pepsi,
stile "Prima Comunione"

SANREMO "66:
DICONO DI LUI

LA SOLITUDINE L’HA FATTO MUSICISTA

“È un cantautore ispirato dalla solitudine. Ha vissuto per molto tempo lontano dai genitori, in una casa sul mare. Il silenzio, il raccoglimento, la natura bellissima e una chitarra (strumento che ha imparato a suonare seguendo le lezioni di un suo zio) hanno fatto maturare in lui il musicista.”

Così  "Sorrisi e canzoni" commenta l'iter artistico del cantautore siciliano che ha presentato una sua composizione "Io ti amo" scritta con il Maestro Fallabrino.

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                     A FEBBRAIO, IL DEBUTTO AMERICANO

“Tornerò a occuparmi di medicinali – dice Plinio Maggi, il debuttante approdato in Riviera con il direttissimo Castrocaro-Sanremo”. Ma non sembra molto convinto. “Mi mancano due esami per laurearmi in Farmacia: Fisiologia e Farmacologia che farò nella sessione di febbraio, poi resta da discutere la tesi.  Dopo, l’intenzione è acquistare una farmacia a Catania, da gestire personalmente o affidare ad altri”. Al di là degli studi Plinio si preparerà per il debutto come ospite a febbraio all’Andy Williams Show negli Stati Uniti al quale è stato invitato anche grazie a Joan Crawford, buona amica di suo padre, distributore in Sicilia di una famosa bevanda (la Pepsi Cola) prodotta dall’ex attrice.

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"LUCE" SULLE STRADE DEL FESTIVAL

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Plinio e Luciana: ciak, si gioca!!

Uno "scorcio" della panoramica dell'Istituto Luce sulle strade del Festival. Sotto i riflettori, qui, i due vincitori di Castrocaro Plinio Maggi e Luciana Turina, ripresi mentre scherzano fra loro.  Gli inviati, famosi per i loro commenti "velenosi" su tutti i partecipanti a Sanremo, hanno stavolta “risparmiato” Plinio Maggi, definendolo “il biondino dal profilo aristocratico” e ricordando che è stato giudicato “la miglior voce maschile del Festival di Castrocaro”.

                          "Il biondino dal profilo aristocratico"

Cantagiro 1966
 

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Due immagini di Plinio Maggi al  "Cantagiro '66". Pur non essendosi qualificato fra i finalisti, il cantautore catanese si esibì ugualmente l'ultima sera :  si guadagnò il "pass" per partecipare in quanto vincitore  del "Premio Simpatia" assieme a Barbara Lory. Interpretò una versione  "ridotta" della sua "I miei pensieri".

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TROPPO PULITO E EDUCATO PER PIACERE A TUTTO IL PUBBLICO
Era l’estate del ’66, l’estate della mortificante batosta della nazionale italiana di calcio in Inghilterra per mano della misconosciuta Corea del Nord. L’estate che portò alla ribalta del Cantagiro i gruppi beat che all’epoca venivano, più semplicemente, definiti “complessi” e fu aggiunto il girone C, completamente dedicato a loro. Si marciò sull’onda della sfida fra Equipe 84 e Rokes, i due capisaldi del genere, con la vittoria conclusiva dei modenesi capitanati da Maurizio Vandelli detto “Il principe”. Al Sanremo di pochi mesi prima i “capelloni” avevano sofferto un tonfo clamoroso con l’esclusione dalla finale degli Yardbirds (presentati da Mike Bongiorno come “i gallinacci”), dei Renegades e della stessa Equipe 84. 
Italia ancora tradizionale
Era pronta l’Italia alla rivoluzione? Fra i giovani stavano attecchendo il look e la coscienza sociale più emancipata, a metà febbraio era scoppiato un eclatante scandalo per l’articolo pubblicato sul giornalino studentesco “La Zanzara” del liceo Parini dove si disquisiva della posizione sociale della donna, a fine aprile si era celebrata la prima Messa Beat e si stavano diffondendo le manifestazioni contro la guerra nel Vietnam. L’Italia era ancora spaccata a metà, la DC teneva botta con le sue censure, i musicofili avevano decretato vincitore a Sanremo il tandem Modugno-Cinquetti con “Dio, come ti amo” costruita secondo crismi tradizionali e anche al Cantagiro trionfava nel girone A Gianni Morandi (“Notte di ferragosto”) sul più rockeggiante Little Tony, interprete di “Riderà”, bella cover di “Fais la rire” del suggestivo francese Hervè Vilard. Nel girone B ci fu la vittoria di Mariolino Barberis ("Spiaggia d’argento") che bissava il successo dell’anno prima, imponendosi a Mario Zelinotti (“Quando un ragazzo si trova nei guai”). Anche qui, dunque, trionfo della melodia sul ritmo.
La “rottura” con la Meazzi
E nel girone B c’era anche Plinio Maggi con la sua “I miei pensieri” al quale Bolero film, accanto alle foto del matrimonio Morandi-Efrikian, all’annuncio delle future nozze Vianello-Goich e al fotoromanzo del “bellone” di turno Fabrizio Moroni, dedica un’intervista nel numero del 31 luglio 1966. Un Plinio gasato per il passaggio alla nuova casa discografica, la CBS, che confessa di aver pagato a caro prezzo la lite con la Meazzi, sborsando di tasca sua ben 10 milioni (bella cifra per l’epoca!) per svincolarsi, pur di poter raggiungere la CBS che gli prometteva una maggior libertà d’azione nella scelta dei brani.  Si suppone che i motivi siano stati ben più profondi perché, tutto sommato, i quattro brani presenti nei due 45 giri incisi per la Meazzi erano comunque stati composti dallo stesso Maggi, non c’erano state imposizioni da parte dell’etichetta discografica. Probabilmente Plinio aveva voglia di atmosfere nuove, più rispondenti alle sue esigenze di quel tempo: non a caso “I miei pensieri” si distaccava dall’impronta più melodico-moderna degli altri brani, risultava più ritmata e orecchiabile. Anche l’arrangiamento e l’orchestrazione di Franco Monaldi accompagnavano degnamente questa metamorfosi. 
Sul retro, “Giri, giri, fai e dici” si atteneva agli stessi criteri, molto veloce e ballabile, con un tocco di swing. Bisogna riconoscere a Plinio una certa ecletticità: anche nel comporre brani per altri interpreti, più avanti, avrebbe sfoggiato più “anime” nel realizzare i suoi brani, cucendoli su misura sulle caratteristiche del cantante cui erano destinati.
Il pubblico preferisce i trasandati
Quando l’autore dell’intervista avanza dubbi sull’effettivo gradimento del pubblico nei confronti della sua interpretazione e del suo brano, Plinio maschera la stizza dietro una risposta pronta e irrevocabile “Per forza. La maggior parte del pubblico mi vede troppo pulito e educato. Preferisce gli interpreti che fanno di tutto per somigliare ai carrettieri, presentandosi in scena trasandati e con le chiome arruffate.” E la polemica ci sta tutta. I gruppi beat ospitavano capelloni spesso dediti a un look casual abbastanza marcato, quello stesso look che molti ragazzi avevano da tempo cominciato a seguire e che poi sarebbe sfociato nella moda hippie da “figli dei fiori”, nelle “comuni”, nell’uso di droghe più o meno pesanti, nell’amore libero ed altre varie ed eventuali di fine anni ’60 - primi anni 70. Lui, con la sua aria da bravo ragazzo figlio di buona famiglia, inappuntabile nei suoi completi estivi chiari con pantaloni di lino “sciattato”, il suo stile elegante, educato, stile Oxford, il linguaggio forbito che denunciava i suoi studi universitari, i suoi colori da siciliano tendente all’irlandese, pareva di un altro mondo rispetto agli arrembanti ribelli che contestavano tutto, un po’ per convinzione, un po’ per moda.
E poi, nell’intervista, si parla dei progetti futuri, dei probabili tour in America dove Joan Crawford, amica di famiglia anche grazie alla Pepsi Cola in cui figura come consigliere d’amministrazione e “volto pubblicitario e pubblico” dell’azienda, vuol lanciarlo su ampia scala e Plinio, con molta umiltà, rivela che, se non dovesse andare come spera, si ritirerà in buon ordine, riprenderà gli studi universitari di farmacia e  seguirà quella carriera che, fino al trionfo di Castrocaro, era stata la sua primaria scelta. E, come l’intervistatore fa capire, fra i progetti che Plinio ha in cantiere, ci sarà anche un matrimonio con una bella ragazza di Catania destinata a diventare “la signora Maggi”. Lui, per il momento, non vuol parlarne, però, forse temendo di deludere qualche appassionata fan che gli ha regalato un applauso, preferendo la sua aria di ragazzo-bene all’aspetto più truce dei capelloni rampanti.

 

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Novembre 1968

UNA LAUREA, UN METRIMONIO, UNA FIGLIA E UNA CANZONE-BOMBA PER SANREMO

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CON "SETTEVOCI", L'EX "SCAPOLO D'ORO" SI RIVEDE  IN PISTA

Dopo una lunga pausa durata due anni Plinio Maggi ricompare all’improvviso il 20 ottobre 1968 a “Settevoci” (nota trasmissione pomeridiana della domenica condotta da Pippo Baudo) per interpretare la sua nuova canzone “La mano nella mano”, un po’ di stampo “morandiano”, con un tocco di sinfonico.

 Il giornalista di “Bolero film” che a novembre decide di intervistarlo va a prelevarlo davanti agli uffici della sua nuova casa discografica Rare a Milano per raggiungere con lui il magazzino di attrezzature farmaceutiche dove “il Pepsi” è in cerca di mobili e attrezzi per la farmacia che intende aprire.

“Ho preso la laurea a Catania l’anno scorso – dichiara il biondo cantautore siciliano – e ho una mezza intenzione di aprire una farmacia a Milano per poter proseguire anche la mia attività di cantante”.

Quando l’intervistatore gli domanda qual è stato il motivo della sua “scomparsa” dal mondo musicale, Plinio replica con impeto.

“Non sono scomparso affatto. Soltanto – prosegue - dopo il successo di “Se le mie parole non bastano”, non ho trovato nulla che mi interessasse veramente e allora ho preferito spendere il tempo di cui disponevo a vantaggio della mia attività privata. Non ho mai smesso di cantare, ma nel frattempo mi sono laureato e mi sono anche sposato”.

In realtà, dopo la vittoria a Castrocaro nell’ottobre 1965 e il successivo confortante esito del 45 giri inciso con la Meazzi (ottimo, anche il lato B “Questa sera noi ci lasceremo”), Plinio si è cimentato con Sanremo, presentando l’incalzante “Io ti amo”, non riuscendo purtroppo a guadagnarsi l’ingresso in finale, ha concluso il rapporto con la Meazzi sborsando di tasca sua 10 milioni, è passato alla CBS , ha affrontato le giurie del Cantagiro nel girone B dedicato ai giovani con l’effervescente “I miei pensieri”, vincendo anche il Premio Simpatia e  ha inciso un altro 45 giri sempre con la CBS contenente due più che convincenti “cover” del suo idolo Elvis Presley. Si tratta di “Che notte” (cover di “One night” (Anita Steiman, Dave Bartholomew, Pearl King (1957) e “È piccolo il cielo” (versione italiana di “I want to be free”, brano scritto da Jerry Leiber e Mike Stoller per la colonna sonora del film “Jailhouse rock”, sempre nel 1957). Quindi, il nuovo passaggio alla Rare, etichetta discografica nata negli anni 60 in Francia per iniziativa di Eddie Barclay per il lancio di nuovi talenti.

In ogni caso, Plinio, per colmare tutti i “vuoti” di questo “salto temporale”, aggiunge anche di essere diventato papà di una bambina, Georgia, che ha ormai 14 mesi e racconta di essersi dedicato ai testi di giurisprudenza.

A questo punto il giornalista si inabissa in un’analisi psicologica delle reazioni che avranno le tante ammiratrici del cantautore catanese alla notizia che il loro idolo non sia più “libero” e addirittura padre di famiglia.

Infatti, prima del matrimonio, pare che Maggi fosse ricercatissimo dalle ragazze nel suo “giro” catanese e non solo, anche per via della più che florida posizione economica (suo padre facoltoso industriale, auto di lusso, futuro proprietario di farmacia, insomma un autentico “scapolo d’oro”). Sicuramente, quindi, le ultime notizie sul fronte “personale” dovrebbero gettare nella disperazione le sue fans.

E nasce quindi spontanea la domanda: “Dove hai trovato tua moglie, se non sono troppo indiscreto: fra le tue ammiratrici?”

Pronta, la risposta di Plinio. “No. Piera (e non Vera, come scritto sull’articolo) la conoscevo da quando avevo sedici anni. Frequentavamo lo stesso ambiente a Catania, poi ci siamo rivisti all’Università. Sai com’è, da cosa nasce cosa e ad un certo punto ti ritrovi sposato…”

Il dialogo prosegue così, con Plinio che afferma di “puntare” un traguardo solo quando è sicuro delle carte che ha in mano, così come ha fatto a Castrocaro e il suo annuncio di credere fermamente in un brano (“secondo me è una bomba” sostiene) che sta costruendo e vorrebbe portare a Sanremo, se riuscirà a sistemare il testo che ancora non lo convince.

“Sanremo mi interessa solo quando ci vado con la canzone giusta, non soltanto per la manifestazione. Ho aspettato che me la scrivessero altri, poi, visto che era inutile, l’ho scritta da me”. E, per dimostrarlo, ne accenna il ritornello, pur sottolineando nuovamente che le parole ancora non lo soddisfano del tutto. Il giornalista esprime il suo apprezzamento, ma Plinio non sembra convinto. Poco dopo ritorna a canticchiare la canzone e ripete che deve proprio correre ai ripari, il testo non è come lo vorrebbe.

E, come l’intervistatore mette in evidenza, il perfezionismo estremo è uno dei tratti caratteriali di Maggi visto che neppure la visita al magazzino di attrezzature farmaceutiche lo esalta e trova mille imperfezioni a mobili e attrezzi. Questo lascia pensare che questa farmacia a Milano non verrà mai aperta.

Il suo piccolo regno nascerà infatti a Catania e sarà la Farmacia Monserrato in via Gabriele D’Annunzio che diventerà uno dei pilastri - cardine della città etnea. Quanto alla canzone, ci chiediamo ancora quale possa essere, visto che Plinio come interprete a Sanremo non si presentò più. Dal 1969 in poi scrisse un numero impressionante di brani per altri cantanti, ma nessuno per sé. Tornò a Sanremo come autore nel 1970 con “L’addio”, il brano affidato a Michele che porta, oltre alla  firma di Plinio, quella di Sergio Bardotti e Andrea Lo Vecchio. Un gran bel pezzo, ingiustamente bocciato dalle giurie.

La canzone-bomba per Sanremo, quindi, resterà coperta da un velo di mistero.

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